Il mito di Atlantide
di Davide Pazzanese - VA
Il filosofo greco Platone descrisse Atlantide come un
continente-isola situato nell’ Oceano Atlantico e grande quanto quasi l’Europa.
Secondo i suoi scritti
del 370 A.C circa, l’isola, prospera e potente, era stata distrutta da
un cataclisma ed era sprofondata nel mare 10.000 anni prima.
Platone descrisse Atlantide come una potente
città-stato che possedeva grandi ricchezze e governava regioni dell’ Africa e
dell’ Europa. Era un centro di commerci e la maggior parte della popolazione
viveva in una città dal diametro di circa 17 km, posta al centro del
continente.
Il clima consentiva due raccolti l’anno: uno in
inverno grazie alle piogge, l’altro in estate per mezzo dell’irrigazione.
L’isola abbondava di frutti e piante ma anche di
animali fra cui gli elefanti, che Platone menziona specificamente.
E’ probabile che gli abitanti e tutti i tesori siano
sprofondati in mare insieme all’isola.
Platone lesse di Atlantide nell’opera del legislatore
greco Solone, scritta duecento anni prima. Solone affermava di esserne venuto a
conoscenza da un sacerdote egizio durante un viaggio in Africa. Platone scrisse
di Atlantide in due opere, Timeo e Crizia.
Secondo Platone l’isola andò incontro alla rovina dopo
che i soldati greci ebbero respinto l’esercito Atlantide, stroncando un
tentativo di conquista della Grecia.
Descrisse violenti
terremoti e alluvioni che nel corso di un solo giorno e una sola notte fecero
sprofondare Atlantide in mare.
Gli studiosi
successivi invece supposero che causa del cataclisma poteva essere stata
un’imponente eruzione vulcanica
La posizione di Atlantide è un mistero e
costituisce una delle più grandi cacce al tesoro di tutti i tempi.
Ad oggi nessuno è stato ancora in grado di
ritrovarla.