lunedì 7 marzo 2016

Il mito di Atlantide

Il mito di Atlantide

di Davide Pazzanese - VA

Il filosofo greco Platone descrisse Atlantide come un continente-isola situato nell’ Oceano Atlantico e grande quanto quasi l’Europa.
Secondo i suoi scritti  del 370 A.C circa, l’isola, prospera e potente, era stata distrutta da un cataclisma ed era sprofondata nel mare 10.000 anni prima.
Platone descrisse Atlantide come una potente città-stato che possedeva grandi ricchezze e governava regioni dell’ Africa e dell’ Europa. Era un centro di commerci e la maggior parte della popolazione viveva in una città dal diametro di circa 17 km, posta al centro del continente.
La topografia indicava sia montagne che pianure, con canali per l’irrigazione dei campi e per agevolare il trasporto verso il mare.
Il clima consentiva due raccolti l’anno: uno in inverno grazie alle piogge, l’altro in estate per mezzo dell’irrigazione.
L’isola abbondava di frutti e piante ma anche di animali fra cui gli elefanti, che Platone menziona specificamente.
E’ probabile che gli abitanti e tutti i tesori siano sprofondati in mare insieme all’isola.
Platone lesse di Atlantide nell’opera del legislatore greco Solone, scritta duecento anni prima. Solone affermava di esserne venuto a conoscenza da un sacerdote egizio durante un viaggio in Africa. Platone scrisse di Atlantide in due opere, Timeo e Crizia.
Secondo Platone l’isola andò incontro alla rovina dopo che i soldati greci ebbero respinto l’esercito Atlantide, stroncando un tentativo di conquista della Grecia.
Descrisse violenti terremoti e alluvioni che nel corso di un solo giorno e una sola notte fecero sprofondare Atlantide in mare.
Gli studiosi successivi invece supposero che causa del cataclisma poteva essere stata un’imponente eruzione vulcanica
 La posizione di Atlantide è un mistero e costituisce una delle più grandi cacce al tesoro di tutti i tempi.

 Ad oggi nessuno è stato ancora in grado di ritrovarla.