L’
intervista
scuola di un tempo, intervistata
Gabriella Romano
“Una
nonna di oggi racconta la scuola d’altri tempi ”
FILIPPO DE CARLO
Oggi
sono uscito da scuola molto felice, perché per la prima volta in tutta la mia
vita avevo preso una nota di merito. Mi è venuta a prendere nonna, Gabriella.
Le ho rivelato il perché della mia felicità. Lei mi ha fatto i complimenti, poi
mi ha detto che nella sua scuola non esistevano le note di merito,
raccontandomi come fosse diverso studiare ai suoi tempi. Incuriosito, ho
iniziato a farle qualche domanda.
Come si chiamava la tua scuola?
La
mia scuola si chiamava ‘Beata Vergine Maria’, era una scuola di suore ed era
riservata alle bambine; bidelle, insegnanti e cuoche erano tutte donne. Allora
maschi e femmine non potevano frequentare la stessa scuola.
Quante suore (insegnanti) avevi?
Ce
ne avevo solo tre: una per arte, una per inglese, che si imparava dalla prima
media in su e un’altra per tutte le altre materie.
Quanti eravate in classe?
Eravamo
quasi una trentina.
Come era il rapporto insegnanti/alunni?
Le suore erano molto severe, il rapporto non
era così diretto come oggi, se ti comportavi male ricevevi una bacchettata
sulla mano.
E se erano così severe vi facevano fare la
ricreazione?
Sì
la ricreazione si faceva per venti minuti: si mangiava una merendina che si
portava da casa, a seconda del meteo si stava in giardino o al coperto.
A che ora entravi e uscivi?
Si
entrava alle 8:30 e si usciva alle 13:00, erano all’incirca cinque ore di
scuola.
Ti piaceva andare a scuola?
Insomma,
perché come avrai capito le insegnanti erano molto severe.