Ricerca di Pietro Colesanti della VB sui dinosauri
giovedì 24 marzo 2016
mercoledì 23 marzo 2016
La primavera - poesia e disegni ad olio -VA
LA PRIMAVERA
Quando il
cielo ritorna sereno
come l'occhio di una bambina, la primavera si sveglia. E cammina sfiorando appena con la sua veste color del sole i bei tappeti di borracina. Ogni filo d'erba reca un diadema, ogni stilla trema.
La capinera
prova una canzonetta
ricamata di trilli e poi cinguetta come una scolaretta. I grilli bisbigliano maliziose parole alle margherite vestite di bianco. Spuntano le viole... A notte, le raganelle cantano la serenata per le piccole stelle. I balconi si schiudono perchè la notte è mite, e qualcuno si oblia ad ascoltare quello che voi dite alle piccole stelle, o raganelle malate di melanconia!
UGO BETTI
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FONTANA DEL MOSÈ O FONTANA DELL’ACQUA FELICE
FONTANA DEL MOSÈ O
FONTANA DELL’ACQUA FELICE
Ubicazione
La fontana si trova nel quartiere Quirinale di Roma, davanti a Piazza San Bernardo e all’incrocio tra via XX Settembre e via Vittorio Emanuele Orlando.
La fontana si trova nel quartiere Quirinale di Roma, davanti a Piazza San Bernardo e all’incrocio tra via XX Settembre e via Vittorio Emanuele Orlando.
Architetto
La fontana fu costruita tra il 1585 e il 1589 su progetto dell’architetto Domenico Fontana con il fratello Giovanni Fontana.
La fontana fu costruita tra il 1585 e il 1589 su progetto dell’architetto Domenico Fontana con il fratello Giovanni Fontana.
Committente
La fontana fu commissionata da Papa Sisto V, al secolo Felice Peretti. Per questo motivo, la fontana è anche chiamata “Fontana dell’Acqua Felice”.
La fontana fu commissionata da Papa Sisto V, al secolo Felice Peretti. Per questo motivo, la fontana è anche chiamata “Fontana dell’Acqua Felice”.
Descrizione
La fontana fu costruita in travertino, stucco e marmo a forma di arco trionfale romano. Nella parte superiore della fontana due angeli reggono lo stemma papale , sotto gli angeli un’iscrizione celebra Papa Sisto.
La fontana fu costruita in travertino, stucco e marmo a forma di arco trionfale romano. Nella parte superiore della fontana due angeli reggono lo stemma papale , sotto gli angeli un’iscrizione celebra Papa Sisto.
Quattro
colonne ioniche dividono tre archi. Nell’arco centrale è rappresentato Mosè nell’atto di
dividere le acque del Mar Rosso per la salvezza degli ebrei. La statua di Mosè
fu scolpita da Leonardo Sormani e Prospero Antichi (o Prospero Bresciano), quasi
certamente sul modello del Mosè di Michelangelo presente in S. Pietro in
Vincoli. Nell’arco di sinistra e in quello di destra sono rappresentati due
episodi dell’Antico Testamento.
A sinistra,
Aronne distribuisce la manna agli ebrei, opera di Giovanni Battista Della
Porta. A destra si vede Giosuè che guida gli ebrei attraverso il fiume Giordano
(oppure Gedeone che sceglie i soldati capaci di bere e
contemporaneamente osservare quanto accade) scolpito da Flaminio Vacca. Alla base della fontana l’acqua fuoriesce
dalla bocca di quattro Leoni accucciati su un parapetto in marmo.
Funzione
L’intento del Papa era portare l’acqua potabile sui colli del Quirinale e del Viminale, dove si trovava anche il suo palazzo. A questo scopo decise di restaurare e completare l’acquedotto romano Alessandrino. Questa fontana è la prima “fontana mostra”, edificata per celebrare il ripristino dell’acquedotto e la gloria del Papa.
L’intento del Papa era portare l’acqua potabile sui colli del Quirinale e del Viminale, dove si trovava anche il suo palazzo. A questo scopo decise di restaurare e completare l’acquedotto romano Alessandrino. Questa fontana è la prima “fontana mostra”, edificata per celebrare il ripristino dell’acquedotto e la gloria del Papa.
Aneddoti e curiosità
La statua del Mosè fu molto criticata perché venne scolpita con una prospettiva errata, tanto da risultare tozza. Fu criticata anche perché Mosè tiene in una mano le tavole della legge, che ricevette solo dopo la fuga degli ebrei nel deserto.
La statua del Mosè fu molto criticata perché venne scolpita con una prospettiva errata, tanto da risultare tozza. Fu criticata anche perché Mosè tiene in una mano le tavole della legge, che ricevette solo dopo la fuga degli ebrei nel deserto.
I Leoni
egiziani furono presi dal Pantheon, il parapetto di marmo da una casa costruita
durante il papato di Pio IV, come si vede nell’iscrizione ancora visibile sul
parapetto stesso.
Federico Caprilli, Gaia Martinez
Valorta, Maria Salis, Giacomo Viola classe 5E
Poesia sul papà
POESIA SUL PAPA’
Caro caro papà oggi è la tua festa
Non si mangia la minestra
Ma facciamo un bel pranzetto
Lasagne, pollo arrosto
E dolci in quantità
Vorrei che questa festa durasse tutto l’anno
Perché io son felice di stare insieme a te
Sei giovane e sei bello
Sei forte e tanto buono
Sei proprio tu, sei tutto,
sei tutto il mio papà!
Luigi Sofo 5°F
L'esperienza al laboratorio di scienze
L’esperienza al laboratorio di Scienze
Il giorno
27/01/16 i bambini della 5° F si sono recati all’ Istituto Comprensivo
Winckelmann. Appena arrivati, una professoressa li ha accompagnati al
laboratorio di Scienze, dove alcuni alunni hanno spiegato loro come è composto
l’ uovo: il primo strato più esterno, visibile, è il guscio che ricopre la MEMBRANA TESTACEA, cioè un rivestimento che ha la
funzione di proteggere il resto del contenuto. Osservando sempre più all’
interno si trova l’ albume, una sostanza vischiosa che circonda il TUORLO, un liquido di colore arancione. Poi
gli hanno mostrato alcuni esperimenti; facendo un’ indagine tra i bambini della
5° F, abbiamo scoperto che l’esperimento più apprezzato consisteva nel separare
il tuorlo dall’ALBUME liquido con una
bottiglietta. Bisognava metterla vicino al tuorlo e lasciare la presa facendo
sì che il tuorlo passasse nella bottiglia. Questo esperimento è possibile
perché il tuorlo è ricoperto da una membrana che lo protegge, non facendolo
rompere; questa membrana si chiama MEMBRANA
VITELLINA. I bambini della 5°
F tornando alla loro scuola, erano felici per l’esperienza vissuta.
Al mio papà
Poesia sulla pasqua
Il mio papà
IL MIO PAPA'!!!
Il mio papà di DUBLINO
è veramente un figurino
certe volte andiamo in bici
e ci diertiamo come 2 amici
quando lui mi cucina
mi fa anche la spinacina
se però mi tocca studiare
faccio tutto per non farlo arrabbiare
quando andiamo al parco acquatico
lui è sempre il più simpatico
voglio così bene al mio papà
che neanche lui lo sa
TOMMASO RECCHIA VF
LABORATORIO DI SCIENZE
La mattina del 27 gennaio io e la mia classe siamo andati all’Istituto
Winckelmann.
All’interno dell’aula di scienze ci aspettavano cinque studenti di prima e
seconda media, accompagnati dalla loro professoressa. All’inizio le tre
studentesse di seconda media ci hanno spiegato come è strutturato l’uovo e poi
tutti hanno fatto degli esperimenti. Il primo esperimento che ci hanno spiegato
veniva svolto in questo modo: si prendeva un recipiente di plastica con acqua dentro.
Si dovevano prendere un uovo marcio e un uovo fresco. L’uovo marcio a causa
della presenza di aria nel guscio, galleggiava , invece l’uovo fresco
affondava perché c’era poca aria. Il
secondo esperimento si svolgeva così: si prendeva un piatto e si rompeva un
uovo. Poi con una bottiglia di plastica piccola e schiacciata si aspirava il
tuorlo all’ interno della bottiglia. Quest’ultimo esperimento, secondo me, è
stato quello più bello, interessante e divertente da fare.
Luigi e Benedetta – VF
IL SOLE 24 ORE DELLE QUINTE
LA 5°F E LA 5°E PER LA SECONDA VOLTA SI RECANO ALLA WINCKELMANN
PER I LABORATORI
Il 27 gennaio 2016, la classe 5°F
con la classe 5°E, si si sono recate alla scuola media Winckelmann, per
visitare alcuni laboratori tra cui scienze e informatica. Abbiamo intervistato
alcuni ragazzi delle classi: “Quali esperimenti avete fatto?” “Ci hanno
spiegato la struttura dell'uovo! Poi abbiamo spaccato un uovo e con una
bottiglia schiacciata abbiamo aspirato il tuorlo senza romperlo. Un altro
esperimento è stato l'uovo Paracadute. Bisogna preparare, con maizena e acqua,
una sostanza liquida che al tatto diventa solida. Abbiamo immerso nella
sostanza l'uovo e infine scaraventato a terra e..... NON SI E' ROTTO! Infine
l'ultimo esperimento è stato capire quale uovo fosse fresco e quale no. L'uovo
marcio galleggiava perché nel guscio era
presente l'aria mentre quello fresco
no”. “Chi erano i vostri insegnanti?”. “Erano ragazzi di 1° e 2° media e c'era
anche la professoressa Prosperi”. “Ti è piaciuto?” “Sì, moltissimo, è stato
molto interessante”. Poi passammo al successivo intervistato: “Che cos'è il
coding?” “Al coding ci hanno spiegato che il computer in realtà è stupido e che
per fargli cercare una cosa devi dargli tutti i minimi dettagli”. “Sei stato
abile?” “Sì perchè avevo capito bene come e cosa si doveva fare”. “A quale
livello ti sei bloccato, e per quale motivo?” “Al livello 18 perché era
impossibile svolgerlo senza un aiuto!”. “Quali personaggi erano disegnati nel
coding?” “ Angry birds-plans vs zombie-l'era glaciale”. “Ti è piaciuto” “sì,
ancor di più quando lo farò su minecraft!”.
Valerio poi ci disse che si poteva fare anche sul computer di casa e che
potevi ricevere un diploma . Noi lo trovammo divertente e ne ricevemmo uno.
FEDERICO VERSACE 5°F
EMILIA GIORDANO 5°F
Poesia sul papà
POESIA SUL PAPÀ
Caro papà doni a tutti
i tuoi figli
tanta felicità.
E con il tuo
gran cuore
doni a tutti un grande amore.
Sei il papà più simpatico
che c’è, non te ne
andare tu sai perché.
Filippo Piccolomini VF
Pasqua
LA POESIA DI PASQUA.
Pasqua è quando il coniglio nasconde le uova di nascosto
e poi i bambini le cercano con allegria.
Giulio Baldi 5°F
IL CORRIERE DELLA SCIENZA
Il giorno 27 gennaio 2016, la classe 5° F, si è recata all’ Istituto Comprensivo "Winckelmann". Arrivati al laboratorio di Scienze, la professoressa Prosperi e i suoi alunni, hanno mostrato esperimenti Scientifici utilizzando l’ uovo.
ALCUNI COMMENTI DEI COMPAGNI DOPO LA FINE DI UN’ INTERESSANTE ESPERIENZA!
Alessia: "Mi sono divertita! "
Luca: "E’ stato divertente e impressionante".
Benedetta: " E’ stato molto emozionante".
Luigi: "Mi sono sorpreso".
PREFERENZE DEI COMPAGNI
Uovo paracadute 5 bambini.
Uovo nelle bottiglia 4 bambini.
Uovo + aceto 4 bambini.
Amido di mais 1 bambino.
Uovo paracadute:
mischiate l’amido di mais con l’ acqua e mescolate. Mettete il tutto in una bustina di plastica, all’ interno mettete l’uovo. Lo scopo è di lanciare la busta per terra senza rompere l’ uovo.
Uovo nella bottiglia:
martedì 22 marzo 2016
FURTO AL MUSEO DEL LOUVRE
FURTO AL MUSEO DEL LOUVRE
(di Tommaso Capomasi – V B)
Era una notte piovosa e al museo del Louvre regnava un silenzio
assoluto.
Ad un certo punto qualcuno vestito di nero e con un cappuccio
disattivò le telecamere
e si addentrò nell’edificio girando tra le sale.
Cercava la Gioconda e appena la vide rimase folgorato dal suo
sguardo. Velocemente staccò il quadro dal muro e si diresse verso l’uscita
laterale per sfuggire alle telecamere
che con il buio non l’avevano individuato.
Il mattino seguente i responsabili della sicurezza si accorsero
che mancava il famoso quadro e diedero l’allarme alla polizia.
Gli agenti chiesero l’aiuto di un famoso investigatore che,
insieme al suo aiutante, si mise immediatamente a perlustrare la zona cercando
degli indizi. L’investigatore si insospettì vedendo una piuma di pavone in un
angolo della sala che riconobbe appartenere ad un tipo di cappello molto raro
da trovare a Parigi.
Quindi si recò in un rinomato negozio di cappelli del quartiere e
parlando con il proprietario scoprì che quel cappello era stato venduto qualche
giorno prima ad uno straniero che parlava male il francese.
L’investigatore si fece descrivere il volto dello straniero e il
suo aiutante si ricordò di averlo visto nei paraggi del museo nelle settimane
precedenti.
Lo straniero era già stato schedato dalla polizia per piccoli
reati precedentemente commessi, quindi fu semplice per l’investigatore
individuare il luogo in cui viveva.
Nella notte fecero irruzione nel piccolo appartamento, che si
trovava all’interno di un palazzo vecchio e umido, e trovarono il ladro che
dormiva tranquillamente e sul tavolo da pranzo la preziosa tela coperta da un
lenzuolo.
Quindi il ladro fu arrestato senza riuscire ad
opporsi e il quadro finalmente venne riportato al museo.
L'isola di cibo
L ' ISOLA DI CIBO
di Mattia
Weber Liberati 5 E
C' era una
volta un' isola di cibo. I suoi abitanti erano i cibbosi che erano sparsi un
po' per tutto il territorio. La capitale era Dolcilandia e le città più
importanti erano: Fritta, Gommosa,e Croccantinium. Le monete erano gli
eurodolci. L'isola aveva un vulcano che eruttava caramelle, circondato dalla
foresta di patatine, che era vittima degli incendi zuccherosi. Vicino a Dolcilandia
vi era la miniera di cioccolato dalla quale si estraevano tutti i tipi
possibili e immaginabili di cioccolato; si estraevano anche le gemme di
gelatina che potevano valere tanti miliardi di eurodolci. Vicino a Gommosa
c'era la montagna di gelato dove aveva sede il più grande centro sciistico
dell' isola.
Un giorno
nella miniera di cioccolato l'ispettore Oro Ciok faceva il suo solito giro di
ispezione quando vide un ladro rubare le gemme, allora prese una spada di
cioccolato e gliela puntò alla gola. Il ladro prese una lancia di cioccolato e
gli disse che chi avesse ucciso l'altro per primo avrebbe fatto quello che
voleva.
Ciok vinse e consegnò le gemme al venditore e
da quella notte fu chiamato “Ciok il buono”.
5C e la geometria dinamica: progetto Piccoli Scienziati alla Winckelmann
5C e la geometria dinamica: progetto Piccoli Scienziati alla Winckelmann
Nella visita alla scuola Secondaria gli alunni della classe 5C si sono cimentati nel laboratorio di informatica in un'attività di geometria con le simmetrie usando il software di geometria dinamica Geogebra: ecco una carrellata dei loro lavori:
Io e il mio tempo libero
TESTO NARRATIVO
Io e il mio tempo libero
Parte
del mio tempo libero lo trascorro praticando sport come hip-hop e nuoto.
Nonostante sia stanca dopo scuola, mi vado a divertire a hip-hop ballando e
cantando. Dopo scuola, alcune volte io e mamma passeggiamo nel parco e subito
dopo andiamo a prenderci un gelato. L’altra parte del mio tempo libero la
trascorro a casa : guardando la televisione, giocando con Chessy, la mia tartaruga acquatica. Invece
alcune volte
esco sul terrazzo e gioco a campana, per esercitarmi. Durante il fine settimana io e i miei
genitori alcune volte andiamo al centro commerciale per fare compere oppure
andiamo in centro ad osservare le meraviglie di Roma. Trascorro il mio tempo
libero così e visto che ne ho poco a disposizione devo sfruttarlo più che
posso.
Alexandrina
Iosif
Lavori di Klee
Lavori di Klee
Carlotta V B
Ciao, sono Carlotta e vi
voglio raccontare del lavoro che ho fatto con i miei compagni, abbiamo fatto un
disegno prendendo spunto da quelli di Klee.
Ci siamo divisi in
gruppi, 2 che dovevano disegnare sui colori caldi e sui giornali, e 2 che
dovevano invece disegnare sui colori freddi e su carta bianca, io facevo parte
del gruppo del giornale.
Nei giorni in cui l'
abbiamo fatto mi sono divertita, perché avevo una bella compagnia, e mi è
piaciuta l'esperienza. Alla fine il lavoro è venuto bene, a me.
Persone e animali
Persone e animali
Di Francesca Ripanti
Classe 5B
Molte persone non accettano
gli animali in casa perché sporcano. In realtà avere un animale in casa porta
molta gioia, perché fa compagnia alle persone sole. Le persone anziane che hanno
un cane o un gatto hanno qualcuno di cui occuparsi, qualcuno che le aspetta
quando tornano a casa, mentre i bambini imparano a rispettare gli esseri
indifesi. Sicuramente sporcano, creano problemi soprattutto per le vacanze perché
pochi alberghi li accettano, però l’ amore che danno gli animali è immenso. Loro
non ci abbandonano mai.
Racconto giallo - Omicidio in villa
RACCONTO
GIALLO
Alice Albamonte V B
Omicidio in villa
Era una notte buia e tempestosa e il signor Montenegro stava seduto in
poltrona davanti al camino. Ad un tratto un colpo di vento improvviso spense il
fuoco ed il signor Montenegro si ritrovò nel salotto della sua grande casa di
campagna, completamente al buio.
Allarmato si alzò dalla poltrona e andò
a controllare da dove provenisse quel soffio di vento che improvvisamente aveva
attraversato la sua casa.
Si incamminò attraverso il lungo
corridoio buio che porta alla grande cucina in cerca di una finestra spalancata
dal vento impetuoso che soffiava quella notte.
Giunto alla fine del corridoio sentì
alle sue spalle uno scricchiolio del pavimento in legno, ma non fece in tempo a
voltarsi perché venne colpito alla nuca da un pesante martello e cadde a terra
esanime.
Il giorno seguente la tempesta era
passata e splendeva un tiepido sole di primavera quando miss. Olga la
governante del signor Montenegro, di prima mattina, entrò nella grande villa
come faceva ogni giorno.
Una volta entrata in cucina Olga vide
due piedi sbucare da un angolino, si avvicinò timorosa e riconobbe il suo
principale. Il corpo era disteso in terra e immerso in un lago di sangue.
Olga presa dal panico corse al telefono
e chiamò la polizia. Era talmente agitata che quasi non riusciva a parlare e fu
molto difficile per il poliziotto che rispose al telefono capire cosa fosse
successo.
Passarono pochi minuti e arrivarono il
commissario Montalbano con il suo aiutante Mimì a bordo di una macchina della
polizia a sirene spiegate.
Dopo aver visto il cadavere e dopo aver
fatto un primo giro della casa i due poliziotti chiesero alla governante come
avesse trovato il cadavere.
Vollero sapere tante altre cose : se il
signor Montenegro viveva da solo, quali fossero le sue abitudini, se riceveva
visite, se in casa era stato rubato qualcosa, se il morto aveva parenti e in
che rapporti era con loro. Non la finivano più di fare domande e la povera Olga
che già era sconvolta per la morte del signor Montenegro, non vedeva l’ora che
la lasciassero in pace.
Alla fine del lungo interrogatorio, i
poliziotti vennero a sapere che il signor Montenegro aveva un fratello con cui
non andava d’accordo a causa di un litigio ormai vecchio in cui nessuno dei due
voleva chiedere scusa.
Il commissario Montalbano iniziò ad
avere sospetti sul fratello di Montenegro, che si chiamava Marco.
Purtroppo le analisi sul cadavere svolte
al laboratorio di medicina legale non dettero risposte utili per le indagini.
Il signor Montenegro era stato ucciso da un colpo di martello alla nuca ma non
furono trovate tracce utili a scoprire l’assassino.
Nei giorni successivi i due poliziotti
tornarono a casa del defunto e ispezionarono la posta arrivata al signor
Montenegro, con molta fortuna, trovarono una lettera spedita dal fratello
Marco; c’era scritto che se il signor Montenegro non pagava la cifra di 100
mila euro lo avrebbe denunciato. Poi dopo altre ricerche, Mimì trovo una lettera dallo stesso mittente
che era stata inviata il giorno prima della morte. C’era scritto che la cifra
da pagare era aumentata a 200 mila euro e che doveva essere pagata entro il
giorno dopo.
Alla fine delle lettere era indicato
l’indirizzo dove il morto avrebbe dovuto consegnare i soldi. Il commissario prese
l’auto e raggiunse l’indirizzo che non corrispondeva ad una casa ma ad una
fabbrica isolata dalla città e da tutto il resto.
Entrato vide subito che, su un tavolo da
lavoro ormai vecchio e inutilizzato da anni era posato un pesante martello
macchiato di sangue.
Le analisi scientifiche sul martello
rivelarono che il sangue essiccato corrispondeva a quello del signor Montenegro
e che, sul manico del martello erano presenti le impronte digitali del fratello
Marco.
A questo punto il fratello del signor
Montenegro fu ritenuto il principale indiziato dell’omicidio e il commissario
ed il suo vice lo andarono ad arrestare.
Marco Montenegro viveva in una povera
baracca, in condizioni ben più umili di quelle nelle quali viveva il ricco
fratello. Quando lo trovarono era in preda al dolore ed al rimorso per
l’uccisione del fratello.
Raccontò a loro una triste storia.
I due fratelli erano figli di un ricco
industriale, proprietario della fabbrica abbandonata, che, una volta era molto
famosa e produceva grande ricchezza per la loro famiglia.
Quando il padre era morto il signor
Montenegro si era impossessato dell’intera eredità, lasciando il fratello Marco
nella più assoluta povertà.
Il povero Marco si era rassegnato a
questa ingiustizia e aveva rinunciato a rivendicare la sua parte dell’eredità
perché era addolorato dal tradimento del fratello maggiore. Finché la piccola
figlia di Marco non si era gravemente ammalata. Per le cure della figlia Marco
era stato costretto a chiedere aiuto al fratello che, però, anche questa volta
si era dimostrato insensibile ed egoista.
Così, la notte dell’assassinio Marco si
era recato ancora una volta dal fratello e, in preda alla disperazione, lo
aveva ucciso.
Il commissario Montalbano ed il suo vice
Mimì, a malincuore arrestarono l’assassino, sperando che il giudice sarebbe
stato clemente con lui.
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